L’accessibilità della Lega del Filo d’Oro
Nell’immaginario comune le persone sorde vivono nel silenzio e le persone cieche vivono nel buio. Poi scopri che ci sono anche le persone sordocieche. E la prima cosa che ti viene da pensare è che vivano sia nel silenzio che nel buio, insomma nell’isolamento totale. Ma non è proprio così…
Un grande sostegno a queste persone viene fornito dalla Lega del Filo d’Oro (LFO), un’associazione che da cinquant’anni si occupa di assistenza, educazione, riabilitazione e reinserimento nella famiglia e nella società delle persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali.
Sono diventata volontaria della LFO nel 2013, dopo un corso presso la sede centrale di Osimo (Ancona). Proprio in quell’occasione ho capito la necessità dell’accessibilità. Il primo obiettivo della LFO è rendere il più possibile autonome le persone sordocieche e quindi rendere accessibile ogni ambiente e ogni informazione.
Si dice che il 95% di tutto ciò che apprendiamo viene percepito attraverso la vista e l’udito. In mancanza di questi, bisogna esaltare e sfruttare gli altri sensi. Per questo, la sede della LFO è un ambiente multisensoriale: ogni senso diventa funzionale alla percezione e alla comprensione dell’ambiente, all’orientamento e all’interazione con il mondo esterno. Il mio primo ricordo legato alla LFO sono proprio gli ambienti della sede. Ogni centimetro di edificio è reso accessibile a tutti, e non solo con pedane, ascensori e indicazioni in braille.
Per esempio, le luci sono disposte in una maniera tale da non creare ombre e contrasti fastidiosi per chi ha ancora un residuo visivo; i rumori e gli odori forti sono ridotti al minimo in quanto confondono e infastidiscono le persone ma, dosati correttamente, vengono utilizzati come punti di riferimento (ad esempio, il profumo dei fiori avvisa che ci si sta avvicinando al giardino esterno); i corridoi hanno delle linee di guida visive a terra o lungo le pareti e percorsi colorati che indicano verso dove si sta andando; i colori, infatti, vengono utilizzati per identificare e differenziare un elemento o un luogo in particolare.
Corrimano lungo il corridoio e indicazioni tattili a terra della sede centrale dell LFO;
L’inizio delle scale è anticipato da un cambio di materiale del pavimento che indica la prossimità della scala e, quindi, del corrimano; i corrimano sono presenti lungo tutte le pareti interne ed esterne dell’edificio e sono composti da materiali isolanti che non raggiungono temperature elevate se esposti ai raggi solari e permettono alla persona di continuare il percorso con facilità; gli ostacoli sporgenti vengono posizionati in nicchie sicure ricavate lungo le pareti; ogni indicazione (dalla stanza in cui si sta entrando, ai diversi pulsanti della macchinetta del caffè) è presente anche in braille e scritta nero su bianco, ad alto contrasto visivo; i luoghi sono identificati anche da oggetti appesi alla porta (sulla porta del bagno c’è un rotolo di carta igienica e su quella della cucina un cucchiaio); gli oggetti e le superfici trasparenti sono pochi, in quanto non visibili, mentre per le finestre vengono utilizzati vetri antisfondamento.
Scale della sede centrale della LFO con pareti e corrimano colorati;
La sede della LFO, quindi, è un ambiente multisensoriale accessibile unico nel suo genere. Viene esaltato soprattutto il tatto, l’unico senso che unisce tutte le persone all’interno della struttura, un senso condiviso. E condividere, secondo me, è sinonimo di comunicare. Anche coloro che non sono capaci di comunicare verbalmente, qui riescono a farsi capire ed essere autonomi. Possono scegliere e dire ciò che vogliono fare e soprattutto farlo! In questo modo, anche le persone che rischiano di vivere nell’isolamento hanno “accesso” alla propria vita e possono “sentire nel silenzio e vedere oltre il buio”, come dice sempre la LFO.
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VEASYT offre la traduzione di questo articolo anche in LIS. Questa traduzione è curata e realizzata da Maela D. G., studentessa del Master di I livello in "Teoria e tecniche di traduzione e interpretazione italiano / lingua dei segni italiana (LIS)" presso l'Università Ca' Foscari Venezia.
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