SOS autismo: cosa possiamo fare con i bambini autistici?
di M. Pradel
Ognuno di noi è diverso dagli altri, con caratteristiche fisiche, preferenze e abilità diverse. Questo principio vale per tutti, anche per i bambini, inclusi quelli affetti da Disturbo Pervasivo dello Sviluppo: i bambini autistici. L’autismo è una sindrome con esordio nella prima infanzia, solitamente tra il 6-7° mese di vita e i 3 anni. Le caratteristiche delle persone autistiche possono riassumersi in tre categorie: difficoltà nelle relazioni sociali e mancanza di empatia, difficoltà nella comunicazione, attività e comportamenti stereotipati.
Quando ci si rapporta a bambini affetti da autismo bisogna prendere in considerazione vari aspetti: l’età, le abilità verbali espressive, le abilità sociali e quelle motorie.
Innanzitutto bisogna fissare degli obiettivi di tipo comunicativo, sociale, motorio che vogliamo raggiungere con quel bambino e, per raggiungerli, partiamo dalle attività che ama ed è capace di fare (ad esempio, se al bambino piace giocare al pallone possiamo utilizzare questo gioco per stimolare la socializzazione con gli altri bambini).
Coinvolgere il bambino nelle attività è il primo passo per riuscire a creare una relazione con lui. Per fare ciò è necessario che il bambino comprenda quello che gli stiamo proponendo e che l’attività sia adeguata alle sue capacità. È molto utile fornire stimoli visivi a supporto di quello che gli si dice, che deve essere molto semplice. Spesso fotografie, immagini e disegni permettono al bambino di capire meglio ciò che gli viene richiesto e di metterlo in pratica. Ad esempio, possiamo mostrare le foto di un biscotto e delle carte del gioco “Uno” dicendo: “Adesso facciamo merenda con dei biscotti e poi giochiamo a Uno”.
Per non mettere in difficoltà il bambino, bisogna creare una routine delle attività il più possibile fissa, in modo che possa gestire i momenti della quotidianità serenamente. Per aiutarlo a staccarsi dall’adulto si possono preparare dei piccoli esercizi da insegnare al bambino che poi potrà proseguire da solo. Se, per esempio, il nostro obiettivo è esercitare il controllo motorio dei piccoli movimenti delle mani, possiamo utilizzare un barattolo con coperchio, fare un foro della forma desiderata e dare al bambino dei materiali come biglie di varie dimensioni o ritagli di spugna da buttare dentro attraverso il foro. Piano piano imparerà a farlo da solo fino a diventare autonomo. Grazie a questi esercizi, riuscirà ad allenare quella determinata abilità sentendosi gratificato perché potrà svolgere il compito completamente in autonomia.
Per quanto riguarda la socializzazione tra pari, è possibile fare delle attività di gruppo monitorate da un adulto. L’importante è che prima si insegni singolarmente ad ogni bambino quello che verrà proposto poi in gruppo. Questa modalità può essere utilizzata anche a scuola con l’insegnante di sostegno e uno o due compagni di classe.
Dopo aver coinvolto il bambino autistico in esercizi impegnativi, è necessario proporre un’attività più leggera, ad esempio ascoltare canzoni che conosce e che gli piacciono.
Con i ragazzini più grandi gli obiettivi e le priorità si modificano; si può insegnare loro alcune capacità per la gestione del denaro, l’uso dei servizi presenti sul territorio, come ad esempio, capire quando andare alle Poste e perché, oppure dove andare per comprare un quaderno nuovo, ecc.
Il lavoro da svolgere con i bambini e ragazzi autistici necessita di molto tempo e impegno, ma dà molte soddisfazioni sia a loro che a tutte le persone con cui si rapportano, in particolare quando vengono raggiunti piccoli traguardi. L’importante è dare loro tutti gli strumenti possibili per cercare di condurre una vita quanto più autonoma e serena.
Laureata in Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione
VEASYT offre la possibilità di guardare la traduzione in lingua dei segni italiana (LIS) di questo articolo a cura di Arianna N., interprete italiano - LIS:
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