La grammatica della lingua dei segni italiana: i cheremi

Le lingue dei segni sono lingue storico-naturali che, al pari delle lingue vocali (italiano, inglese, cinese, ecc), si sviluppano ed evolvono continuamente. Ci sono molti elementi e caratteristiche che si potrebbero approfondire, dal momento che, come tutte le lingue del mondo, possiedono strutture linguistiche e grammatiche definite.

Immagine con molte parole in inglese che riguardano la linguistica.

Iniziamo questa rubrica linguistica di lingua dei segni con l’analisi dei cheremi. I cheremi sono elementi necessari per la costruzione e la realizzazione di un qualunque segno. Equiparabili ai fonemi delle lingue vocali che compongono le parole (nel dizionario Treccani, per “fonema” si intende segmento fonico-acustico non suscettibile di ulteriore segmentazione in unità dotate di capacità distintiva), i cheremi possono essere identificati come i parametri formazionali che costituiscono il segno.
I parametri da considerare sono:
- configurazione: la forma che assume la mano quando si esegue un segno. Le forme possono variare da lingua a lingua. Nella lingua dei segni italiana (LIS) se ne contano ben 56;
- luogo: il luogo dove viene articolato il segno. In LIS i segni possono essere articolati in 16 luoghi diversi e coinvolgono il corpo del segnante (inteso come persona che segna) e lo spazio neutro, lo spazio di fronte al segnante;
- posizione delle mani: il parametro che identifica, combinando, la direzione delle mani rispetto al corpo del segnante e l’orientamento del palmo;
- movimento: il movimento della mano durante la realizzazione del segno.

Mani che segnano.

Gli studi linguistici più recenti considerano anche un quinto parametro: le componenti non manuali. Si possono definire come un insieme di tutto ciò che trasmette significato al di fuori delle mani: l’espressione facciale, degli occhi, delle sopracciglia, della bocca, la direzione dello sguardo, il rigonfiamento o meno delle guance, il movimento della testa e del corpo.
Vi possono essere, inoltre, due tipi di componenti orali legate a espressioni della bocca: le “Immagini di Parole Prestate” (IPP) e le “Componenti Orali Speciali” (COS). Le prime consistono nel produrre con la bocca la parola o parti della parola corrispondente al segno; le seconde nell’eseguire una serie di movimenti e suoni non legati semanticamente o vocalmente alla parola corrispondente nella lingua vocale.

Foto di libri chiusi e aperti.

Questo è solo un cenno rispetto a tutti i lavori di carattere linguistico e fonologico che sono stati svolti finora sulla LIS. Per chi fosse interessato a scoprirne di più, consiglio di iniziare con la lettura dei seguenti volumi:
- C. Bertone (2011), Fondamenti di grammatica della lingua dei segni italiana, FrancoAngeli editore;
- C. Bertone, A. Cardinaletti, a cura di (2009), Alcuni capitoli della grammatica della LIS, Libreria Editrice Cafoscarina;
- V. Volterra, a cura di (2004), La lingua italiana dei segni. La comunicazione visivo-gestuale dei sordi, Il Mulino.

 

VEASYT offre la possibilità di guardare la traduzione in lingua dei segni italiana (LIS) di questo articolo a cura di Margherita G., interprete italiano - LIS:

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