La grammatica della lingua dei segni italiana: i segni nome delle persone
La scorsa settimana abbiamo iniziato a capire cos’è un segno nome e come si usa: è un segno che identifica una persona all’interno della comunità sorda. Ma come si attribuisce un segno nome?
A volte il segno nome descrive una caratteristica fisica della persona. Per esempio, può descrivere un particolare del viso, come un neo, o un oggetto che quella persona indossa sempre, un paio di occhiali per esempio. Il segno nome può, quindi, essere il segno NEO (eseguito in corrispondenza del luogo in cui si trova il neo) o il segno OCCHIALI (magari richiamandone la forma).
Può anche avvenire la traduzione più o meno letterale in lingua dei segni del nome o cognome nella lingua vocale. Per esempio, si può utilizzare il segno CHIARO per una ragazza di nome Chiara o il segno SARTO per una persona dal cognome Sartorello.
Inoltre, in alcuni casi ci si rifà all’iconografia sacra: nomi come Pietro o Giuseppe vengono tradotti rispettivamente con i segni CHIAVE e BASTONE, gli attributi iconografici delle loro rappresentazioni a carattere religioso.
Nell'immagine i segni nome di tre componenti dello Staff VEASYT. Da sinistra: Lisa, Linda, Margherita.
Il nome segno, però, può essere collegato anche più profondamente ad una persona.
Può, infatti, denotare una qualità del carattere: ad una persona spiritosa e divertente può essere attribuito il segno DIVERTIMENTO, per esempio. Questo dimostra come la comunità conosca bene quella persona a livello caratteriale.
Allo stesso modo, il segno nome può essere un segno che ricordi la storia o un evento particolare di quella persona. Ad esempio, il segno del professore Gabriele Caia, docente di LIS presso l’Università Ca’ Foscari Venezia, è una carezza sul viso. Il motivo viene raccontato all’interno del suo monologo sulla cultura sorda “Pa-Pa”: all’interno dell’istituto che frequentava da bambino, si comportava sempre bene e veniva ricompensato con dei premi (una macchinina giocattolo, un libro da colorare, ecc.) e una carezza sul viso dalle maestre. I compagni di istituto, dopo l’ennesima volta in cui lui otteneva il premio e la carezza, gli assegnarono questo segno nome.
Ci sono, inoltre, delle situazioni in cui si “eredita” il segno nome. Infatti, può accadere che il segno venga tramandato all’interno della famiglia, per cui il segno di un genitore viene tramandato a un figlio. Oppure può accadere che la comunità sorda di un determinato luogo o istituto assegni un segno di un membro che ha abbandonato quella comunità a un’altra persona che condivide lo stesso nome, per esempio.
Il segno nome viene affidato anche a persone che non frequentano la comunità sorda, ma di cui la comunità parla quasi quotidianamente. È il caso dei personaggi pubblici, politici e famosi, religiosi (visti sopra) o anche dei personaggi storici. Uno dei segni per Napoleone Bonaparte riprende la posizione tipica delle mano, che si può notare in gran parte delle opere che lo raffigurano.
Nell'immagine un confronto tra un dipinto che ritrae Napoleone Bonaparte e, a destra, un suo segno nome in LIS.
Il segno nome, inoltre, non è per sempre: può cambiare con il passare del tempo o perché cambia la comunità sorda che si frequenta e che affida un nuovo segno nome identificativo.
Il segno nome, però, non viene solo attribuito a persone, ma anche a istituzioni, aziende e luoghi.
Nei prossimi articoli parleremo anche di questo….Seguiteci!
Leggi gli altri articoli della nostra rubrica "La grammatica della lingua dei segni italiana":
- I segni nome
- Arbitrarietà e iconicità
- I cheremi
- Linguaggio dei gesti dei sordomuti
VEASYT offre la possibilità di guardare la traduzione in lingua dei segni italiana (LIS) di questo articolo a cura di Linda C., interprete italiano - LIS:
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