La grammatica della lingua dei segni italiana: i classificatori
di E. Fornasiero
I classificatori sono elementi linguistici che appartengono sia alle lingue vocali che alle lingue dei segni. Si possono definire come un sistema di categorizzazione dei nomi perché appaiono sempre assieme al referente a cui si riferiscono. Un classificatore può descrivere una o più proprietà o caratteristiche, ad esempio: classe semantica (animali, persone, oggetti, ecc.), posizione nello spazio, numero, modo, caratteristiche di forma e dimensione.
Nelle lingue dei segni, i classificatori sono strutture complesse che consistono in una specifica configurazione manuale associata ad un movimento. Si sceglie la configurazione manuale sulla base della proprietà che si vuole esprimere (forma, dimensione, classe, ecc.). Ad esempio, la configurazione ‘G’ può essere utilizzata come classificatore per persona (locativo o verbale) oppure per oggetti lunghi e sottili (matita, penna, ecc.).
Seguendo i modelli usati per altre lingue dei segni del mondo, Corazza (1990) e Mazzoni (2008) hanno analizzato e descritto i classificatori della LIS, raggruppando le configurazioni manuali classificatorie in quattro classi semantiche, in base alla caratteristica che veicolano:
1. Classificatori di entità intera: definiscono un elemento nella sua interezza;
2. Classificatori di afferramento: mostrano il modo in cui si afferra o si usa un oggetto;
3. Classificatori di estensione-superficie: definiscono l’oggetto, l’animale o la persona facendo riferimento a una caratteristica: la superficie, il perimetro, l’ampiezza o la profondità.
4. Classificatori di arto o parte del corpo: descrivono una parte del corpo di una persona o animale).
Quando il segnante usa il proprio corpo per riferirsi al corpo di un’altra persona o di un animale, l’intero corpo ha funzione classificatoria. Si potrebbe confondere questa caratteristica con l’impersonamento…ma ne capiremo le differenze nei prossimi articoli!
Vignetta tratta dalla pagina Facebook That Deaf Guy.
Rappresenta il classificatore per "moto" in lingua dei segni americana (lo stesso anche per la LIS).
Nonostante i classificatori siano elementi abbastanza iconici, per poter usare correttamente i classificatori serve una buona conoscenza della lingua dei segni. La loro complessità è dimostrata anche dal fatto che sono tra le ultime strutture linguistiche ad essere acquisite dai segnanti nativi: i bambini riescono ad utilizzare i classificatori correttamente solo verso i 9 anni (Baker, Woll 2008).
Questo è solo un cenno rispetto al grande mondo dei classificatori e gli studi svolti. Per approfondimenti si consiglia:
Corazza, S. (1990) “The Morphology of Classifier Handshapes in Italian Sign Language (LIS)”. In: C. Lucas (a cura di) Sign Language Research: Theoretical Issues, 71-82. Washington D.C.: Gallaudet University Press.
Mazzoni, L. (2008a) Classificatori e Impersonamento nella Lingua Italiana dei Segni. Pisa, Ed. Plus.
Giuranna, Rosaria & Giuseppe Giuranna. 2000. Poesia in LIS: iconicità e arbitrarietà, concreto e astratto. In Caterina Bagnara, Giampaolo Chiappini, Maria Paola Conte & Michaela Ott (eds.), Viaggio nella città invisibile. Atti del 2° Convegno nazionale sulla Lingua Italiana dei Segni, 341-348. Pisa: Edizioni del Cerro
Presto nuovi articoli sulla grammatica e la linguistica delle lingue dei segni, seguiteci!
Dottoranda del Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali Comparati
Università Ca’ Foscari Venezia
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